Era il 1983 quando lo conobbi nell’ambulatorio del dott. Nicola Andreano a Roma. Il dott. Andreano ospitava ciclicamente dei maestri di agopuntura provenienti dalla Cina, ma Leung era diverso: veniva dalla Francia, parlava fluentemente il francese, era giovane, simpatico e comunicativo. Ma soprattutto diceva cose “strane” come, ad esempio, che la Medicina Energetica non è così difficile, che noi usavamo troppi punti, che la Medicina Cinese non è una medicina perfetta ed altro ancora. Ci colpì. All’inizio fu soprattutto curiosità, ma nel giro di un anno capimmo il suo valore ed iniziammo a seguirlo. Ne nacque una scuola, con sede prevalente a Medolla, organizzata dal dott. Andrea Finestrali, che si estese ad altre sedi quali Roma, L’Aquila, Palermo, Spoleto, Bologna, Messina ed altre città.
Studiavo Medicina Cinese da cinque anni e, dopo aver seguito le lezioni di Nguyen Van Nghi e dei maestri della SIA Rossa, avevo un imponente bagaglio di informazioni, ma slegate fra di loro. Leung mise tutto insieme e riuscì a dare a me e agli altri una visione globale nitida, tradizionale, immediata. Soprattutto con l’enfasi che poneva sulla diagnostica Qi/Xue. Quella visione la feci mia e ancora permea il mio modo di vedere. Non solo nella professione ma anche e soprattutto nella vita di tutti i giorni. Ai corsi seguirono le frequentazioni private nel mio studio (innumerevoli), un viaggio in Cina con tappe in tre città e in svariati ospedali (a Pechino condividemmo addirittura la stessa stanza d’albergo) e conferenze in varie città d’Italia. Diventammo amici, andai più volte a trovarlo a casa sua a Parigi. Mi parlò di sé, della sua famiglia, delle sue aspirazioni, delle sue delusioni…Non passava un giorno in cui non mi dicesse qualcosa di prezioso riguardante la MTC, spaziando da una visione semplificata e razionale della diagnostica e della terapia fino a metodi esoterici di diagnosi intuitiva senza interrogatorio e addirittura senza ispezione…mi parlava di alimentazione, di Qi Gong, di Taichi, di Kung Fu, del Tao Te Ching, dell’I King…
Le sue doti umane affiancavano le sue sconfinate conoscenze in campo medico e la sua generosità nel trasmetterle era caratterizzata da umiltà e tolleranza. Una grande persona, un grande maestro.
Posso dire che sono quello che sono perché l’ho incontrato.
Quando la collega e amica Paola Mazzoni (con cui ho condiviso la “scoperta” di Leung) mi ha comunicato la sua morte, mi sono accorto che dentro di me avevo la convinzione che Leung non sarebbe morto mai. Inizialmente ho sorriso di me stesso per questo, ma poi ho capito che è veramente così: Leung dentro di me non morirà mai.
Mi unisco alla SIA nello stringermi intorno a Cécile, e vorrei dirle che ha avuto il grande privilegio di condividere una parte della sua vita con una delle più grandi e belle persone che io abbia mai conosciuto.
Leung, sei vivo.
Ti giunga il più grande e amorevole ringraziamento per tutto quello che ci hai dato.
Tuo
Paolo Evangelista