Nel corso dei secoli XVIII e XIX, le diagnostica nei cinesi di classe borghese e aristocratica non è stata impresa facile per i medici. Infatti, le convenzioni sociali imponevano che la donna non dovesse mai mostrarsi nuda, essendo un tabù l’esame fisico, e questo imponeva al medico l’esecuzione di un esame nella donna allettata tramite interrogatorio, stando la donna dietro una tenda.
La donna doveva in seguito localizzare i propri sintomi indicando i siti corrispondenti su una statuetta d’avorio (Vedi figura a lato). Dopodiché il medico poteva prescrivere i suoi rimedi.
Gli storici dicono che queste statuette in avorio cominceranno ad essere conosciute dagli occidentali verso il XVI secolo, quando i commercianti portoghesi insediarono dei punti di scambio commerciale lungo le coste cinesi.
Le bambole della Dinastia Ming (1368-1644) sono le più ricercate, ma si trovano raramente, contrariamente a quelle del XVIII e del XIX secolo, e sono finemente intarsiate in avorio, che, secondo la credenza, aveva il suo potere magico.
L’espressione del viso, le acconciature, le calzature colorate sui piedi minuscoli, l’indossare orecchini, bracciali o tenere in mano mazzi di fiori, rifletteva le particolarità e le usanze di ciascun periodo dinastico.
E quando non sono state più utilizzate, la maggior parte si ritrovavano adagiate su letti di mogano.
Dopo la fine della dinastia Qing nel 1911, il loro uso è sparito gradualmente, soprattutto quando i cinesi hanno iniziato a confrontarsi con la cultura occidentale.
Nel 1920 qualche medico americano missionario in Cina, ha riferito di aver visto di nuovo in uso le bambole, cosa che finisce definitivamente dieci anni dopo.
[1] Stephan JM, Acupuncture&Moxibustion Méridiens, Poupée Medicale Chinoise, Volume 10, n. 4, pag. 236.
Traduzione a cura del dott. Paolo Evangelista